sabato 28 febbraio 2009

C'era una volta...

... una rivista di nome MC Microcomputer. Chi come me ha iniziato ad occuparsi di computer nei primi anni '80 (o anche prima) non può non averne sfogliato almeno un numero.
Per quanto mi riguarda era uno degli appuntamenti mensili con l'edicolante che, pur non capendo cosa ci trovassi in un mensile che non contenesse nemmeno la foto di una donna o di un mezzo a motore, mi teneva da parte una delle tre o quattro copie che riceveva.
Ricordo gli editoriali di Paolo Nuti, le prove di Andrea de Prisco e le sfide che Corrado Giustozzi lanciava a chi, come me, amava il linguaggio C.
Altri tempi, tempi in cui l'aggiornamento professionale o la mera voglia di conoscenza passavano attraverso i limiti e i tempi di un supporto cartaceo. Se volevi delle informazioni dovevi aspettare l'uscita di un periodico. Oppure andare in biblioteca e cercare un libro o un articolo. Senza indicizzazioni, senza sapere esattamente dove cercare e con unico supporto tanta pazienza e frequenti leccate di dito. Che differenza con internet e Google.

Ma sto divagando e di informazione push vs informazione pop parleremo ancora.

Dicevo di MC Microcomputer: stavo riordinando un vecchio armadio quando mi è capitato tra le mani il numero 116 di marzo 1992. Non ricordando per quale motivo lo avessi tenuto mi sono messo a sfogliarlo. Accanto a pubblicità di "potentissimi" personal computer con processore 486SX a 25 MHz (si, proprio mega e non giga) vedo un residuo di post it. Lo seguo e scopro il motivo per il quale quella copia di MC era rimasta nell'armadio: nella rubrica "StoryWare" dedicata agli scritti fantasiosi dei lettori c'è un riquadro a sfondo giallino contenente un testo il cui autore mi è noto. Si sono proprio io e scrivo, in chiave ironica, di false e reali esigenze nei moderni, per il tempo, Word Processor.
E' incredibile ma alcune osservazioni ritengo siano ancora valide ed attuali nonostante siano passati quasi vent'anni.

Per chi fosse curioso e volesse leggerlo lo può trovare qui

http://www.robertobolis.com/bs/PotentiWP_MC116.pdf

riporto solo la profezia finale
... Verrà un giorno in cui i word processor faranno tutto da soli, anche la stesura del testo, cosicchè non dovrai più impiegare il tuo prezioso tempo per pensare a cosa scrivere, ma solo a trovare il comando giusto tra i 10.000.000 del WP galattico che ti sarai comprato ...
Buona lettura e siate indulgenti, ero giovane.

venerdì 27 febbraio 2009

Chi è Chez Bobò?

Chi avesse visionato il mio profilo e incuriosito dal link alla web page avesse avuto la ventura di cliccarlo si sarà chiesto: e questo cos'è? Cosa c'entrano le ricette? E chi è Chez Bobò?

Ora vi spiego: vi siete imbattuti nel mio alter ego culinario, Chez Bobò appunto. Dovete sapere che una delle mie più grandi passioni è la cucina, o meglio, il cucinare. Non vanto prestazioni da chef a n stelle né abilità o creatività particolari, solo mi piace cucinare bene per me e per i miei amici.
Il punto è che chi ha mangiato da me dice che sono bravo e spesso mi chiede ricette e procedimenti. Da qui la necessità pratica di avere a disposizione un modo per trasferire queste informazioni senza dover perdere troppo tempo in dettature e trascrizioni con fogli e penne che, quando servono, non si trovano mai.
Cosa di meglio di un sito internet? In questo modo mi basta dare l'url del mio sito e l'interlocutore può trovare ciò che gli serve quando gli serve. Semplice e molto pratico ma, soprattutto, in grado di creare un ponte tra l'ingegnere e Chez Bobò.

Quanto al nome deriva dal dolce "zio Bobò" con cui sono soliti chiamarmi i bambini. Da "zio Bobò" a "Chez Bobò" è stato un attimo ed è un grosso miglioramento rispetto allo "zio pappa", inteso come cibo, usato in precedenza.

Essendo essenzialmente di servizio, la mia home page è quindi un po' ambigua ma conto, in futuro, di renderla più appetibile (mi sembra un termine appropriato).

Per chi fosse interessato o volesse sperimentare qualche piatto

http://www.robertobolis.com

e buon appetito!

giovedì 26 febbraio 2009

Ricordi di una internet passata...

... ma non trascorsa.
Benvenuta nel mondo virtuale, là dove tutto esiste, ma nulla è reale. Ciò che sembra, non è. E ciò che è, non appartiene a questo mondo. Qualsiasi cosa tu pensi o immagini o solo sogni, qui esiste. Si trova in qualche piega, merletto o trine di questo spazio che non è spazio, perché non ha misura, ma solo un nulla indefinito pieno di tutto. Sembra un controsenso, un paradosso, forse una gigantesca follia collettiva, ma questo è il mondo di Internet. Questo è il mare da percorrere secondo direzioni che non puoi e non devi prevedere. Senza programmare dove sarai tra qualche click di mouse. In questo ti assomiglia molto. Ma forse il cyberspazio assomiglia a tutti noi perché è formato da tutti noi. E' scritto, arrangiato, compilato, creato da milioni di persone di religione, cultura, estrazione sociale completamente diverse, che coprono tutte le sfumature dello scibile umano e quindi le contiene tutte. E' un immenso Uomo con un solo punto debole: se non vuoi più aver a che fare con lui, basta staccare la spina. Ma non ti illudere: Lui sarà sempre là, non lo puoi distruggere perché non esiste fisicamente. E' solo un canale attraverso cui passano i parti delle menti di mille cervelli e di mille anime. E' il tutto racchiuso nel nulla. O, se preferisci, un nulla in cui puoi trovare tutto. E se cerchi bene, puoi trovare non solo quello che sei, ma anche quello che sarai perché è scritto nei milioni di esperienze che esso contiene. Mantieni il tuo equilibrio, prendi la tavola da surf, lanciati nel mare dell'informazione e cavalca le onde del mondo virtuale. Ma non perdere d'occhio la terra, perché solo là è la tua casa.
Questo scrissi ad un'amica il giorno in cui seppi che aveva ricevuto il suo primo accesso ad internet.
Era il tempo dei modem a 56k e pochi avrebbero immaginato che un giorno avremmo avuto quello che, con questo post, anche io oggi inauguro: uno spazio personale aperto a tutti (o quasi).
Fa comunque tenerezza rileggersi alla luce di quello che è oggi internet ma tant'è: eccomi qua, ci sono anch'io e del doman non v'è certezza.