sabato 21 marzo 2009

Primavera

Sembra una sera come tutte le altre. La stanza, il letto, la dolce attesa del sonno. Ma c'è qualcosa di diverso: la finestra è aperta e, nel silenzio del crepuscolo, mi sorprendo ad ascoltare il suono della natura.
Fuori c'è un mondo che rinasce e lo fa senza esagerazioni, un passo alla volta, in armonia.
I primi grilli di stagione provano i loro strumenti e preparano lo spartito del concerto che durerà tutta un'estate. Non hanno timore di infrangere la mistica quiete del crepuscolo con il loro stridulo suono. Sanno che, senza di loro, una sera d'estate non sarebbe la stessa.
L'aria è tranquilla. Un sottile refolo di vento venuto da molto lontano raccoglie e porta con sé le essenze di mille fiori, la freschezza delle acque limpide di torrente, il penetrante profumo del sottobosco montano, l'umido sentore dell'erba appena falciata. Non puoi riconoscere un odore dall'altro, ma tutto l'insieme è perfettamente accordato, come se un mago alchimista avesse deciso di realizzare un sogno e lo avesse chiamato primavera.
E' in momenti come questo che la mia mente riesce a uscire dalla sua fredda gabbia scientifica e vaga libera, inseguendo sogni ed emozioni. Mi lascio cullare da ciò che mi circonda. Assaporo ogni istante. Lascio che questa voglia di rinascere che pervade alberi, fiori, animali ed insetti entri dentro di me e mi doni un momento di sicurezza e di speranza.
E' una sensazione bellissima.
Volo in un cielo sgombro ed infinito, lasciando sotto di me i problemi, le delusioni, la rabbia. Quassù non esiste odio, rancore, falsità perché sono cose troppo pesanti e non possono inseguirmi nell'aria leggera e trasparente.
Ogni tanto passo sotto una nuvola e un ombra attraversa il mio cuore. E' come un velo di tristezza che racchiude il pensiero per qualcuno che non può volare e che mi è molto caro. Ma forse anche lui è qui da qualche parte. Forse anche lui sta volando in questo momento perché tutti lo possiamo fare.
So che tutto questo dura lo spazio di un attimo. E' solo un sogno ad occhi aperti e, come un'onda, è destinato ad infrangersi sul bagnasciuga della realtà. Ma nulla me lo può portare via, così come nulla può cancellare la tranquillità di questo momento. E anche se tra qualche istante mi sveglierò di nuovo attorniato dai miei problemi e dalla mia realtà, sarò diverso perché dentro di me sentirò ancora il calore del sole visto più da vicino.
Visto da uno spirito libero che vuole rinascere in un giorno di primavera.

Roberto Bolis, 1996

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