mercoledì 17 giugno 2009

Quant'è bella la realtà

Si discute di luoghi virtuali (Second Life - a proposito, che fine ha fatto?), amicizie virtuali (Facebook), fringuelli virtuali (Tweeter), e chi più ne ha più ne metta.
A costo di sembrare retrogrado o ipocrita, visto che il blog appartiene a quell'ecositema, ribadisco che, a mio avviso, niente batte la realtà. Quella senza aggettivi: l'unica possibile. Quella che percepiamo con i nostri sensi e che, proprio per questo, è diversa per ognuno di noi. Un mondo di sensazioni che non ha eguali e che dovrebbe vedere la tecnologia come strumento in grado di estendere il raggio di azione dei nostri sensi e non la sostituzione dell'oggetto da essi percepito.
Posso trovare un amico con Facebook, ma poi lo devo frequentare dal vivo, non solo attraverso un filo. Devo sentirne l'odore, toccarne la consistenza (in tutti i sensi), osservarne i movimenti.

Volete mettere:
Ascoltare il trio che suonava la czarda sotto l'arco alla Petit Venice di Colmar dopo aver preso un'intera giornata di pioggia teutonica in moto (ad agosto).

Il gusto di un Morellino di Scansano "postato" sulla lingua e non nel blog.

Lo "spirito" (meglio se DOC) che accompagna una cena tra amici.

Mandare al diavolo qualcuno e poi farci una risata senza dover ricorrere agli emoticons.
Lo so, a volte sembra masochismo ma la realtà è da vivere anche quando non ci piace.

L'ho già scritto in precedenza: ci sono momenti in cui mi piace essere un lotek e apprezzare ciò che posso raggiungere con una mano o con il suono della mia voce.

P.S. prima che si scateni il putiferio, chiarisco che non metto in dubbio l'utilità degli strumenti in oggetto (l'importanza di Tweeter nel caso delle elezioni in Iran è li da vedere) ma solo che, a mio avviso, strumenti sono e tali dovrebbero rimanere.

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