martedì 9 giugno 2009

Cosa ti piace?

La mia risposta spesso sconcerta chi mi pone la domanda.
Ad esempio, se mi chiedono
Che musica ascolti?
la mia risposta è
Quella che mi piace.
Fin qui nulla di strano, visto che sarei un ben curioso soggetto se ascoltassi la musica che non mi piace.
La cosa si fa più complessa alla successiva domanda:
Si, ma che genere?
risposta
E' irrilevante.
A questo punto vengo considerato un orso un po' presuntuoso e cambiano discorso (o se ne vanno).
In realtà credo che sia estremamente limitante circoscrivere ciò che ci piace con steccati e recinti che sanno di censura preventiva: se una canzone o un quadro o un'opera d'arte mi piace è irrilevante il genere o stile a cui appartenga.
Se entro in un museo d'arte, lo vedo tutto. Non salto delle sale perché non mi piace, che so, il '700 o l'arte astratta. Ovviamente posso dire che un'opera non mi aggrada, ma dopo averla vista e non prima solo perché appartiene ad un genere che non mi piace.
Questo è il punto: è l'opera che ci deve piacere o non piacere.
Il fatto che il genere a cui appartenga non ci piaccia è solo una questione statistica basata su quante opere appartenenti ad esso ci siano gradite e quante no e non deve essere, a mio avviso, un vincolo.

Il mio iPod contiene, nei suoi 16GB, dalle opere di Verdi e Puccini ai Guns N' Roses e Whitesnake, da Fabrizio De André a Davide Van De Sfroos passando per gli ABBA, il blues di Otis Redding, la dance di Gloria Gaynor, Pavarotti e Alice Cooper, Dr. John e gli Aerosmith, Dave Brubeck e i Culture Club, Beethoven e Alannah Myles, Gershwin e Freddie Mercury, i musical di Webber e le Fiabe Sonore della Fabbri Editori (si, proprio quelle dei 45 giri "A mille ce n'è...").

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