mercoledì 8 aprile 2009

A mille ce n'è...

... nel mio cuore di fiabe da narrar...
Ricordate le fiabe sonore? Quelle con i 45 giri da inserire nel mangiadischi e le splendide illustrazioni da sfogliare?
Bene, scordatevele perché anche le favole, oggi, devono essere politically correct.

Tempo fa comprai per la bimba un libretto con la favola di cappuccetto rosso. Tutti la conosciamo vero? Falso.
Sappiate che nella versione di oggi il lupo non mangia né la nonna, che riconosciuto il pericolo si nasconde in un armadio, né cappuccetto rosso che al momento del "... è per mangiarti meglio" urla attirando l'attenzione di un taglialegna. Quest'ultimo, che prende il posto del cacciatore, non uccide il lupo ma lo fa scappare dalla finestra. Il lieto fine vede la nonna uscire dall'armadio e tutti e tre mangiare la torta della mamma di cappuccetto rosso.

E che dire de "I tre porcellini" tramutato in un trattato di sociologia in cui mettere a confronto la vita dissoluta del primo (casetta di canne), quella spensierata del secondo (casetta di legno) e quella impegnata del terzo (casetta di mattoni), con il lupo a fare la parte dell'ineluttabile destino (o della coscienza)?

Sarà, ma io preferisco gli originali con tutto il corredo di principi, principesse, fate, streghe, nanetti, orchi, cacciatori e lupi.
E, perché no, qualche invenzione personale come il mago Merlot che predice il futuro leggendo nel vetro di un fiasco di vino.

1 commento:

  1. cosa dire ad esempio di ciò che Disney ha fatto a fiabe come Cenerentola e Pinocchio? Già in quegli anni si andava scremando e levigando le asprezze a cui i nostri avi erano abituati fin da piccini. la vita si sa era molto più dura. oggi tutti pensano di dover(si) proteggere da tutto ignorando o trascurando il fatto che così ci si indebolisce (nel corpo e nella mente)
    Mattia

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