giovedì 21 maggio 2009

Ciò che fa la differenza

Spesso sono le piccole cose che fanno la differenza e, generalmente, sono quelle a cui si pensa meno o che non notiamo.

Riflettevo su questa incongruenza ripensando ad un viaggio di alcuni anni fa a Norimberga in occasione del mercatino di Natale. Usciti dal ristorante a tarda sera ci incamminammo per le vie della città per tornare in albergo. Norimberga era deserta come solo le città tedesche sanno essere dopo una certa ora. Nevicava e la coltre bianca ovattava i suoni. C'era tanto silenzio da sentire i fiocchi di neve depositarsi al suolo. Ad un tratto il suono di un violino solitario ruppe il silenzio e lo fece con la discrezione che solo un musicista attento a non rovinare un momento sa avere.
Ci fermammo incantati perché tutto intorno a noi divenne diverso.
Grazie alla musica, a quelle poche note emesse con maestria la nostra percezione di ciò che ci circondava cambiò radicalmente. Eppure era la stessa via, gli stessi monumenti, gli stessi spazi.
Spesso dimentichiamo che la realtà assoluta non esiste. Noi percepiamo ciò che ci circonda attraverso tutti i sensi e non solo alcuni di essi. Basta poco per cambiare una cosa brutta in una bella e spesso non ha nulla a che fare con l'oggetto in sé.
Penso che sia uno spunto di riflessione per chi preparerà gli spazi e gli eventi per l'Expo 2015.

P.S. il violinista di Norimberga era un artista di strada che, rifugiatosi nell'androne di un portone, si era messo a suonare. Non lo dimenticherò mai.

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