Spesso sono le piccole cose che fanno la differenza e, generalmente,
sono quelle a cui si pensa meno o che non notiamo.
Riflettevo su questa incongruenza ripensando ad un viaggio di
alcuni anni fa a Norimberga in occasione del mercatino di Natale.
Usciti dal ristorante a tarda sera ci incamminammo per le vie della
città per tornare in albergo. Norimberga era deserta come solo le città
tedesche sanno essere dopo una certa ora. Nevicava e la coltre bianca
ovattava i suoni. C'era tanto silenzio da sentire i fiocchi di neve
depositarsi al suolo. Ad un tratto il suono di un violino solitario
ruppe il silenzio e lo fece con la discrezione che solo un musicista
attento a non rovinare un momento sa avere.
Ci fermammo incantati perché tutto intorno a noi divenne diverso.
Grazie alla musica, a quelle poche note emesse con maestria la nostra
percezione di ciò che ci circondava cambiò radicalmente. Eppure era
la stessa via, gli stessi monumenti, gli stessi spazi.
Spesso dimentichiamo che la realtà assoluta non esiste. Noi percepiamo
ciò che ci circonda attraverso tutti i sensi e non solo alcuni di essi.
Basta poco per cambiare una cosa brutta in una bella e spesso non ha
nulla a che fare con l'oggetto in sé.
Penso che sia uno spunto di riflessione per chi preparerà gli spazi
e gli eventi per l'Expo 2015.
P.S. il violinista di Norimberga era un artista di strada che,
rifugiatosi nell'androne di un portone, si era messo a suonare.
Non lo dimenticherò mai.
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