Niente paura, non intendo scrivere un post in bergamasco.
Del resto non lo conosco abbastanza bene, perderei un sacco di tempo
a cercare i codici per dieresi e accenti strani e, soprattutto, mi
capirebbero in due o tre.
Il dialetto a cui mi riferisco è quello in cui vengono declinati, da
un po' di tempo a questa parte, i linguaggi e i formati che erano nati
con lo scopo opposto.
Html e Pdf avevano un obiettivo ben preciso: rappresentare un oggetto,
generalmente un testo impaginato o un ipertesto, in modo che l'aspetto
fosse identico indipendentemente dal sistema utilizzato. In quest'ottica
si stabiliva un linguaggio (html o pdf) in cui descrivere l'oggetto e
un reader che trasformasse tale descrizione in una immagine.
L'indipendenza dal sistema era ottenuta implementando un reader per
ogni architettura disponibile.
L'idea era geniale: una pagina html o un documento pdf apparivano
in modo identico indipendentemente dalla macchina (Win PC, Mac, Linux...)
e, perdipiù, il reader era gratuito. Questo permetteva di distribuire
documenti (pdf) o ipertesti (html) senza doversi preoccupare del fatto
che si potessero leggere e sicuri che tutti li vedessero e stampassero
allo stesso modo. Senza l'implementazione di questa visione probabilmente
internet non sarebbe mai esistita come la concepiamo oggi.
Perché parlo al passato? Perché oggi non è più così.
Chi come me realizza web apps sa benissimo quanti switch occorra mettere
nel codice per adeguarlo ai differenti comportamenti dei vari browser di
oggi (spesso anche tra varie versioni dello stesso browser). E nel mondo
pdf non andiamo meglio: chi non si è trovato di fronte ad un file pdf
giudicato corrotto dal proprio reader e che, invece, era solo stato
realizzato con una versione successiva di Acrobat?
Capisco benissimo la necessità di evolvere questi linguaggi (oggi scrivere
pagine html senza css è inconcepibile, ad esempio) ma tale evoluzione deve
procedere secondo passi ben formulati e, soprattutto, standardizzati per
tutti da un ente che li formalizzi. Ente che dovrà essere estremamente
reattivo alle esigenze ed estremamente severo con chi non rispetta le
sue direttive.
Badate bene, non intendo un grande fratello del www, ma un grande
coordinatore.
In un mondo che mette in primo piano la virtualizzazione mi viene difficile
pensare che per visualizzare una nuova property css sia necessaria una
specifica marca di browser e non semplicemente la
versione aggiornata di uno qualsiasi.
Ancor più difficile da concepire è che la stessa property abbia comportamenti
diversi laddove sia implementata.
Oggi chi realizza pagine html ha solo tre possibilità: codificare in html
puro (si torna ai tempi di Berners-lee), riempire il codice di switch o
scriversi un framework che li contenga (panico in sede di manutenzione) o
utilizzare strumenti di sviluppo (panico al quadrato in sede di
manutenzione).
Ovviamente le istruzioni del tutto sono in pdf. Ma per aprirle occorre
la nuova versione del reader perché altrimenti...
lunedì 30 marzo 2009
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